Switchbot Contact Sensor - sensore porta finestra con sensore di movimento

SwitchBot

Scritto da Vincenzo Caputo

 

Abbiamo aperto qualche settimana fa con la carrellata di novità by Switchbot e, dopo aver provato il sensore di movimento e la telecamera, chiudiamo in bellezza con il sensore porta finestra.

Qui di seguito vi lascio i link ai due precedenti articoli nel caso in cui ve li siate persi:

SwitchBot Motion Sensor - Autonomia fino a 3 anni con il Bluetooth LE!

SwitchBot Indoor Cam - La famiglia si allarga con la videosorveglianza

In realtà i nostri contatti con Switchbot risalgono a qualche tempo fa e abbiamo recensito già diversi dispositivi in passato, ma questi ultimi 3 dispositivi rappresentano delle novità assolute all'interno della famiglia tanto da essere "bollati", sul sito ufficiale del produttore, come New Arrival!

Come già detto, oggi ci occuperemo del sensore porta finestra.

Prima di addentrarci nella recensione dello SwitchBot Contact Sensor faccio un piccola premessa per i meno esperti.

Per chi non lo sapesse, i sensori porta finestra sono dei dispositivi formati da due elementi, uno passivo, che di solito contiene solo una calamita, e uno attivo che contiene l'elettronica di controllo del contatto (a calamita) e la radio per comunicare il proprio stato ad un server locale o remoto.

La tipica installazione di questi dispositivi è quella che potete osservare nella foto d'esempio qui di seguito: Un parte va applicata sul montante della porta e l'altra parte sulla porta stessa in maniera tale che quando la porta è chiusa i due elementi siano vicini e quando è aperta i due elementi siano lontani. In questo modo il dispositivo riesce a rilevare (tramite il contatto magnetico) se la porta o la finestra sono aperte o chiuse.

Togliamoci subito il pensiero indicando anche i link per l'acquisto:

https://switchbot.vip/3nqY0Di

Amazon:

https://amzn.to/3k3TU23

Appena ho spacchettato per la prima volta questo dispositivo, ho dato una rapida occhiata al foglietto illustrativo.

Ho subito notato una cosa inusuale, cioè la presenza di un rilevatore di movimento integrato.

È la prima volta che mi capita di avere a che fare con un sensore porta finestra che integri un sensore di movimento... tra poco spiegherò a cosa serve.

In realtà lo SwitchBot Contact Sensor integra anche un sensore di luminosità ambientale, cosa sicuramente più comune in questa categoria di dispositivi. 

Quest'ultimo serve a generare delle automazioni basate (anche) sulla luminosità rilevata al momento dell'apertura della porta.

Una delle automazioni che usualmente viene implementata dagli utenti con questa tipologia di sensori, è l'accensione di una luce di cortesia all'ingresso di casa.

È chiaro che ci si aspetti che la luce venga accesa solo negli orari serali/notturni o in ogni caso solo quando il livello di luminosità naturale sia sotto una certa soglia.

Da qui l'integrazione del sensore di luminosità che permette di raggiungere questo tipo di dettaglio.

A cosa serve invece il sensore di movimento?

SwitchBot in questo caso ha tentato di implementare una funzione che non avevo mai incontrato prima d'ora, cioè riuscire a capire se stiamo entrando o se stiamo uscendo di casa.

L'importanza dell'entrata o dell'uscita di casa è ben nota agli appassionati di domotica e smart home perché è fonte di una serie di possibili automazioni utili in questi due casi (es. spegnere tutte le luci e abbassare le tapparelle all'uscita abbassando di qualche grado la temperatura del riscaldamento, o viceversa attivare una luce di cortesia all'ingresso e riattivare il riscaldamento a rientro a casa).

Come fa lo SwitchBot Contact Sensor a capire se l'apertura della porta è effettuata per entrare o uscire di casa?

Naturalmente con il motion sensor integrato!

I sensori porta finestra naturalmente vengono montati sempre all'interno dell'appartamento, quindi, quando ci si appresta ad uscire di casa passando davanti alla porta d'ingresso, si viene imbeccati dal motion sensor.

Se tot secondi (impostabili da app) dopo la rilevazione del movimento il sensore rileva anche l'apertura della porta, allora deduce che in quel caso siamo in uscita.

È naturale che quando stiamo rientrando accedendo al nostro appartamento dall'esterno, il sensore rileverà una semplice apertura della porta senza rilevare alcun movimento (perché il sensore è all'interno). In questo caso dedurrà che stiamo rientrando a casa.

A pensarci bene in effetti potrebbero esserci dei casi in cui rilevazione di movimento e apertura della porta possano non coincidere con l'uscita di casa, ad esempio al ricevimento di ospiti. SwitchBot quindi ha implementato anche un sistema alternativo tramite un pulsante fisico sul dispositivo che, se premuto tot secondi (configurabili da app) prima di aprire la porta, figurerà come un'uscita da casa.

L'utente sarà libero di usare uno dei due sistemi in base a quale sia il più congeniale alle sue abitudini.

Il sensore di movimento naturalmente sarà possibile usarlo anche come un semplice trigger per altri tipi di automazioni.

Se avete seguito le scorse "puntate" dedicate a SwitchBot, sicuramente saprete che i dispositivi dell'omonima famiglia funzionano tramite protocollo Bluetooth Low Energy con supporto Mesh.

 Questo implica che questi dispositivi siano gestibili direttamente tramite il bluetooth del nostro dispositivo personale (uno smartphone o un tablet) ma questa modalità di utilizzo pone due limiti... anzi tre!

Il primo è il raggio d'azione, che è limitato alla portata bluetooth del nostro smartphone, il secondo è l'impossibilità di gestire i dispositivi da remoto, ossia quando siamo fuori dalla nostra abitazione.

Terzo, non essendo connessi ad internet (quando li usiamo direttamente con il bluetooth) ne consegue che non potranno essere neanche comandati tramite i comuni assistenti vocali Google Assistant ed Amazon Alexa ne potranno interagire con i servizi web tipo IFTTT.

SwitchBot dunque ha realizzato un Hub (o meglio un bridge) che può collegarsi ad internet grazie alla compatibilità con il WiFi e contemporaneamente è in grado di intercettare il segnale bluetooth dei dispositivi SwitchBot che funzionano tramite il BLE (Bluetooth Low Energy).

In questo modo potremo, sempre tramite l'app switchbot, disponibile sia per Android (QUI) che per iOS (QUI), gestire tutti i dispositivi SwitchBot anche da remoto.

Inoltre la radio bluetooth dell'hub è, almeno sulla carta, più performante di quella di uno smartphone garantendo una portata del segnale nettamente superiore.

Da prove da me effettuate, il segnale viene correttamente inoltrato anche a diverse stanze accanto a quella dove è presente l'Hub.

L'hub permette anche di collegare i dispositivi ai servizi di Google AssistantAmazon Alexa e IFTTT permettendone di fatto la gestione vocale.

Qui di seguito potrete osservare da vicino lo SwitchBot Contact Sensor in azione nella mia video prova direttamente da nostro canale YouTube.

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Vincenzo Caputo

Nato a Matera, il 1° novembre 1977. Sono da sempre appassionato di tecnologia e ho un'esperienza lavorativa ventennale nel settore IT. Mi piace sperimentare e cercare sempre nuove soluzioni e soprattutto mi piace comunicare le mie esperienze agli altri.


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