Witty Power - la ricarica notturna dello smartphone non è più un problema

Witty Power - la ricarica notturna dello smartphone non è più un problema

di Vincenzo Caputo

17 Aprile 2021

Gadget

Vincenzo Caputo

 Il primo contenuto che ho proposto online (da quando ho iniziato a farlo) riguardava l'idea di usare uno smartphone come webcam creando un sofisticato sistema di allarme grazie anche all'uso di Tasker.

Lo smartphone doveva essere dotato di un app per il suo uso come telecamera di sorveglianza e naturalmente doveva essere attaccato alla corrente h24 con il suo alimentatore.

L'idea di per se era buona e infatti sono ancora qui a scrivere dopo circa 7 anni.

Tra i vari complimenti ricevuti ricordo che qualcuno aveva posto la più che legittima domanda sulla sicurezza di tenere uno smartphone o un tablet alimentato con il proprio caricatore 24 ore su 24, 356 giorni all'anno.

In effetti non ho mai capito perché gli smartphone non funzionano come i notebook, cioè con la possibilità di togliere la batteria ed usarli collegati alla rete elettrica mediante il proprio alimentatore.

Fatto sta che, per quanto non mi sia mai esplosa nessuna batteria, il fatto di tenerla alimentata giorno e notte portava ad una precoce dipartita della stessa con conseguente necessità di sostituzione.

In seguito ho sperimentato, sempre in casa mia, anche l'utilizzo di un tablet a parete per la gestione della domotica tramite Tasker e anche in questo caso si è posto il problema della carica scarica del tablet.

Infatti dopo circa un paio di anni la batteria presentava evidenti segni di rigonfiamento che ne richiedeva la sostituzione.

Ad un certo punto ho anche proposto un video, che in tanti hanno trovato interessante, su come bypassare la batteria interna di un Tablet (o di uno smartphone) alimentandolo direttamente con un caricatore 5V.

Qui di seguito quel video nel caso qualcuno se lo fosse perso.

Perché le batterie dei miei dispositivi venivano irrimediabilmente danneggiate se attaccate perpetuamente alla corrente elettrica?

Questa domanda ci porta dritti dritti all'argomento di oggi.

A darci una risposta è Witty Power, una startup italiana nata nel 2020 che si è occupata nel dettaglio di questo problema e che, sul proprio sito (https://wittypower.com/) spiega, in maniera veramente semplice e comprensibile a tutti, il funzionamento delle batterie agli ioni di litio ed il processo di carica/scarica.

In realtà l'azienda Witty ha trovato la soluzione non esattamente al mio problema (che in realtà può interessare un'esigua nicchia di utenti), ma ad un problema molto più comune che riguarda chiunque abbia uno smartphone, uno smartwatch, un tablet, degli auricolari bluetooth, ecc...

L'attuale tecnologia di accumulo dell'energia permette ai nostri dispositivi personali di arrivare a sera (quando va bene). La fatidica frase di "arrivare a sera" la si può leggere o ascoltare in qualsiasi recensione che riguardi un qualsiasi dispositivo intelligente alimentato a batteria.

L'ansia di arrivare a sera naturalmente è dettata dal fatto che di solito approfittiamo per ricaricare i nostri dispositivi portatili quando non li usiamo e cioè di notte mentre dormiamo.

Dunque caricatore/i sul comodino, dispositivo offline e via di ricarica per ritrovarci lo smartphone al 100% al mattino, pronto ad una nuova sfida per appunto "arrivare a sera"!

Questo è quello che faccio io e suppongo, almeno il 90% degli utenti.

E di solito funziona bene, se non che lo smartphone (o il dispositivo sotto carica) completa la sua ricarica 1 o 2 ore dopo che siamo andati a nanna (in base alla velocità di ricarica), ma rimane collegato al suo caricatore, quindi sotto tensione, sino al mattino.

Qualcuno di voi si sveglia per scollegarlo? Io non ci penso nemmeno!

Witty ci spiega che, il rimanere sotto tensione per diverse ore, non fa bene alla batteria e ne riduce sensibilmente la vita operativa.

La batteria rimane alla sua tensione di fine carica (di 4.35V) anche dopo aver raggiunto il 100% della carica per fare in modo che non si scarichi durante la notte.

Di conseguenza la vita utile della batteria viene accorciata sensibilmente, costringendoci ad acquistare una nuova batteria o cambiare dispositivo, cosa molto comune con gli attuali smartphone dove cambiare la batteria richiede un intervento non alla portata di tutti.

Qui gli ingegneri di Witty si sono ingegnati (scusate il gioco di parole) nel trovare una soluzione realizzando un dispositivo che, frapposto tra il caricatore e il dispositivo da caricare, si occupa di monitorare le fasi di ricarica e di staccare del tutto la tensione quando il dispositivo è carico.

Witty power vista anteriore

Praticamente si sveglia al posto nostro e stacca il caricatore dallo smartphone!

Geniale!

Questa semplice operazione permette di allungare la vita della batteria dei nostri dispositivi fino addirittura a raddoppiarla.

Witty, il dispositivo realizzato dall'omonima azienda, è compatibile con qualsiasi dispositivo portatile ricaricabile via USB di tipo A fino 5V e 4A Max come tablet, smartwatch, headphone, Bluetooth speakers o smartphone. E' anche compatibile con la QC3 da 9V/2A.

Occhio a non superare queste specifiche pena il possibile danneggiamento del Witty.

Witty power collegato ad un caricatore

Naturalmente non c'è alcun vincolo di sistema operativo ed è possibile dunque utilizzarlo sia con iOS che con Android.

Compatibile anche con tutti i caricabatterie USB di Reflex digitali e pannelli luce (es. Neewer & Moman).

Le dimensioni ed il peso sono veramente esigui.

Il contenuto della confezione è minimale e comprende il dispositivo Witty e un piccolo manuale d'uso.

Witty power contenuto della confezione

Il dispositivo Witty ha, da un lato una USB-A maschio e dall'altro una USB-A femmina, dunque sarà possibile collegarlo su un qualsiasi caricatore da smartphone e a sua volta offrirà la porta USB dove collegare il dispositivo da ricaricare.

In pratica è un dispositivo passante e per funzionare si alimenterà direttamente dal caricatore tramite il transito della corrente verso lo smartphone.

Witty power vista posteriore

Il dispositivo dispone di un pulsante fisico che va premuto per dare il via alla ricarica. Il pulsante si illumina ad inizio carica per poi spegnersi quando rileva la carica completa a segnalare che la corrente è stata interrotta.

La tecnologia ASO (su cui si basa) è in grado di leggere l'energia richiesta dallo smartphone al caricabatterie e scollegare, grazie ad un interruttore elettromeccanico, la batteria dalla rete elettrica nel momento in cui il fabbisogno energetico del dispositivo in carica è stato soddisfatto.

E' come scollegare il caricabatterie dalla presa elettrica. Al contrario di tutti i regolatori di carica, l'ASO non legge la tensione o la capacità della batteria ma analizza il flusso di corrente tra il dispositivo in carica ed il caricabatterie.

Scollegando la batteria quando completamente carica si evita che rimanga alla sua tensione di fine carica anche dopo aver raggiunto il 100%, situazione estremamente dannosa per gli elettrodi della cella di litio, permettendo così alla batteria di rilassarsi ad una tensione più confortevole e iniziare il proprio naturale ciclo di scarica.

Naturalmente prima di scrivere questo articolo ho provato personalmente il dispositivo per saggiarne le potenzialità.

Devo dire che la prima prova non è andata proprio bene, infatti ho ricaricato il mio smartwatch di notte (come faccio di solito) e la mattina seguente l'ho trovare carico al 15%.

Cosa è successo?

Il Witty ha fatto esattamente quello che doveva!

Ha iniziato a ricaricare il mio smartwatch alle 11:45 circa, quando ho premuto il pulsante a bordo del dispositivo.

Il mio Smartwatch ci mette poco più di un'ora a ricaricarsi completamente, quindi ipotizzo che, mentre io scendevo nella mia prima fare REM cioè all'incirca all'una del mattino (o di notte se preferite), il Witty abbia staccato la corrente.

Ottimo, esattamente quello che doveva fare per preservare la batteria del mio orologio.

Peccato che lo smartwatch successivamente è rimasto circa 8 ore a scaricarsi (cioè fino alle 9:00 circa quando sono andato a prenderlo) portando la carica fino al 15%.

Dunque, missione fallita? Non proprio!

Da questa prima prova ho capito che non aveva senso lasciare lo smartwatch online durante la ricarica notturna perché lui ha provato per tutta la notte invano a connettersi al mio smartphone (che nel frattempo era in modalità aereo) e a collegarsi con il WiFi di casa cercando di scaricare messaggi e altro.

Ho rifatto dunque la prova nella notte successiva mettendolo offline. Il giorno dopo l'ho trovato carico al 98%. Dunque in quelle 8 ore si è scaricato leggermente, ma non tanto da influire sull'autonomia giornaliera e nel frattempo non è stato tutta la notte sotto tensione per quel misero 2% in più.

Credo che le stesse considerazioni valgano per gli smartphone.

Il dispositivo Witty è acquistabile direttamente sullo store del sito del produttore per circa 30 euro, al netto di varie promozioni che possono susseguirsi nel tempo e comprensivo delle spese di spedizione.

È tanto? È poco?

Per rispondere vi racconto la mia esperienza con l'ultimo smartphone che ho comprato ed attualmente ancora in mio possesso. 

Non sono certo il tipo che cambia smartphone ogni 6 mesi, infatti uso ancora un Oneplus 6 comprato poco meno di 3 anni fa.

Attualmente, come da programma, la batteria del mio dispositivo dura meno di un giorno, costringendomi a ricariche durante la giornata.

Il dispositivo di per se è ancora perfettamente funzionante e ottimamente performante e, se non fosse per la batteria, lo terrei in uso certamente ancora per un paio di anni senza sentire l'esigenza di sostituirlo. 

Cambiare la batteria è un'opzione che scarto perché, aprire uno smartphone sigillato, con il retro in vetro, mi mette ansia e comunque ogni volta che ho sostituito la batteria ad un dispositivo non è mai durata come quella originale.

Se avessi usato Witty dal primo giorno spendendo 30 euro ne sarebbe valsa la pena?

Se mi avesse permesso di avere oggi tra le mani uno smartphone con batteria ancora efficiente, la risposta è "assolutamente SI".

E voi cosa ne pensate? 

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Vincenzo Caputo

Vincenzo Caputo

Nato a Matera, il 1° novembre 1977. Sono da sempre appassionato di tecnologia e ho un'esperienza lavorativa ventennale nel settore IT. Mi piace sperimentare e cercare sempre nuove soluzioni e soprattutto mi piace comunicare le mie esperienze agli altri.

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